Il culto di Santa Giulia nella provincia bresciana

Per l’influenza religiosa e culturale del Monastero di S. Salvatore e Santa Giulia, il culto della nostra patrona si è diffuso in tutta la provincia di Brescia.
Diamo di seguito l’elenco delle parrocchie della nostra diocesi dove vi sono chiese a lei dedicate.

Pontagna

(Alta Valle Camonica)

La chiesa dedicata alla Santa sorge in alta montagna, in VaI d’Avio sopra Pontagna di Pontedilegno. Fu probabilmente la sentinella più avanzata delle estesissime proprietà che il Monastero bresciano aveva anche in Valcamonica. Già nel 1573 era dotata di legati e ne aveva il giuspatronato Tommaso Pedrini, detto Cattabriga. Piccola, con tetto a volta imbiancata, con una campana e un solo altare, viene descritta negli atti della visita di Giorgio Celere nel 1578. Nel 1580 per “molte cose compiutevi affatto contrarie al culto divino commesse col pretesto della pietà” andò a rischio di essere distrutta e sostituita con una cappella nella chiesa parrocchiale. Ma la chiesetta sopravvisse, sempre al centro di viva devozione. Re­centemente è stata completamente ricostruita.

Terzano

(Bassa Valle Camonica, vicino a Boario Terme)

A S. Giulia è dedicata la parrocchiale di Terzano, in fondo alla convalle di Angolo. Anch’essa dovette nelle origini essere legata al monastero bresciano. L’attuale edificio sembra essere della fine del sec. XVI o degli inizi del sec. XVII, come dimostra la facciata. Venne poi ria­dattata in alcuni elementi nel 1837.

Pian Camuno

(Bassa Valle Camonica, pochi chilometri a nord dal lago d’Iseo)

Chiesa parrocchiale e poi sussidiaria ma molto antica è S. Giulia di Piancamuno. Appartenne fin dall’840 probabilmente alla “Corte Pradella” nominata più volte nei documenti del Monastero di S. Giulia di Brescia e venne costruita per la cura spirituale della popolazione che poi formò la comunità di Sermida (poi chiamata Piano), la cui costruzione viene fatta risalire al sec. XII-XIII. Il Panazza così la descrive:

“La chiesetta romanica, che era orientata, ebbe la navata di­strutta quando nel sec. XV si ricostruii la chiesa con direzione nord-sud, non conservando dell’antica che l’abside e i muri terminali della navatella. Anche il campanile è del sec. XV”.
Nel 1180 le monache vi nominarono il sacerdote officiante. Fu poi chiesa parrocchiale fino al sec. XVI quando venne sostituita dall’attuale chiesa parrocchiale dedicata a S. Antonio Abate.
Già in “stato di conservazione deplorevole” nel 1912, dopo interventi molto limitati è stata restaurata nel 1976-1977.
Oltre al com­pleto rifacimento del tetto, nell’abside sono state riaperte tre monofore e richiamate in evidenza tracce di affreschi.

Concesio:  S. Giulia a Costorio

(Paese natale di Paolo VI, 3 Km a nord dal Vill. Prealpino)

A Concesio e più particolarmente a Costorio raccolse devozione l’oratorio dedicato a S. Giulia, eretto “ab immemorabili” dal celebre monastero omonimo bre­sciano. La chiesetta com’era nel sec. XVI è descritta negli Atti della visita pastorale del vescovo Dolfin, del 20 giugno 1582: “La chiesa non è consacrata, ha un altare pure non consacrato ed è lunga 15 passi e larga 5 circa, (poco più di m 22X7). Essa è ricoperta di laterizi. Nella parte meridionale c’è una porta, mentre vicino all’altare, rivolta a sud, s’apre una finestra; un’altra più piccola, a forma di croce, è posta ad ovest, sotto il tetto.
E’ dotata d’un piccolo campanile con una campanella. Non ha suppellettile sacra né redditi; vi si celebra talvolta per devozione.
Già il vescovo Bollani nel 1567 ordina: “di imbiancare tutte le pareti, di sistemare il pavimento, di costruire un campanile (in forma di “capitellum”) per collocarvi la campana e di provvedere i battenti per la porta; il prelato raccomanda anche di tenere chiusa la chiesa.
Che la chiesetta sia stata circondata da viva devozione, lo si può arguire da alcuni documenti. La relazione, ad esempio, dell’arciprete Marchesi dell’8 luglio 1705 attesta che vi si celebrano “cento dieci messe in tutte le feste di precetto, di voto, e anche di devozione tanto della Comunità, come della Vicinia”.
La festa di S. Giulia veniva solennemente celebrata con parature, fuochi d’artificio, spari di mortaretto.
Il tempio più volte restaurato venne abbandonato solo nel 1912, sostituito da una nuova chiesa. L’antico edificio è stato ridotto a ritrovo per la gioventù. A coronamento delle notizie non resta che l’augurio espresso da Carlo Sabatti che ebbe a richiamare recentemen­te l’attenzione delle autorità competenti riguardo all’antico tempio di S. Giulia, perché si possa in futuro ricuperare i superstiti brani affrescati, d’indubbio inte­resse storico-artistico.

Di altre chiese dedicate a Santa Giulia rimangano purtroppo solo tracce o memorie nelle parrocchie di Roncadelle (vicino a Brescia), Orzivecchi (nella bassa bresciana), Timoline (a sud del lago d’Iseo, in Franciacorta), dovute all’influenza del Monastero di S. Giulia la presenza del culto della santa anche in diverse località dell’alta Italia.

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